Si avvicina la festa della donna, al bando le mimose che non mi sono mai piaciute e sfruttiamo questa ricorrenza per trattare un argomento divenuto particolarmente sensibile negli ultimi due anni: la vulvodinia.
Di recente alcune persone influenti sui social hanno deciso di rendere pubblico il proprio dolore, affinché una malattia invisibile ma invalidante, come la vulvodinia, potesse essere riconosciuta a livello sociale, politico, medico ed economico.
In breve moltissimi sono stati i messaggi di solidarietà e i casi di ragazze che hanno manifestato di aver provato o di provare un dolore simile. Le testimonianze hanno così fatto il giro del web, molti specialisti, centri, numeri di assistenza sono finalmente divenuti di dominio pubblico.
Virali sono divenuti anche i consigli, su sex toys utilizzabili, strumenti di allenamento del pavimento pelvico e indumenti amici della vulvodinia.
La Marghe oggi vuole darvi un’infarinatura sulla patologia, e una serie di consigli utili, dimostrandovi che un sexy shop è un luogo di piacere, per tutte. Ricordandovi inoltre, come già fatto, che il benessere dei genitali deve essere a tutti gli effetti una priorità.
La vulvodinia è una neuropatia, ossia un’alterazione della funzionalità dei nervi periferici. Si manifesta, infatti, come un dolore persistente, paragonabile a un fuoco che arde, localizzato in una zona della vulva o esteso.
Spesso la vulvodinia è correlata ad ipertono pelvico, in questo caso si fa riferimento a una contrattura muscolare. Come tutte le contratture, la contrattura del pavimento pelvico, può manifestarsi in seguito a molteplici cause. Nel caso specifico della vulvodinia, spesso dipende dal fatto che al forte dolore localizzato il corpo tende a rispondere con la contrazione della muscolatura. La contrattura della muscolatura è così persistente, essendo il dolore cronico, che poi non riesce a tornare allo stato iniziale.
La vulvodinia può essere diagnosticata tramite swap test: lo specialista tramite l’utilizzo di un cotton fioc, tocca le diverse parti della vulva e valuta il grado di dolore provato dalla paziente, su una scala da 1-10. In media si calcola che per una diagnosi ci vogliano dai 2 agli 8 anni. Un tempo infinito per un dolore così forte.
Per anni la vulvodinia è stata curata con antibiotici e anti depressivi, associando i suoi sintomi alla cistite o a problemi psicologici, come spesso accade per le malattie considerate invisibili.
La malattia è invalidante poiché compromette la vita di chi ne soffre ed è tenuto a seguire una dieta, a vestire con abiti larghi, intimo in cotone, evitare rapporti sessuali per il troppo dolore, talvolta a rimanere allettato.
Ad oggi si moltiplicano gli specialisti nell’ambito, una delle pratiche più comuni è quella di iniziare, presso un fisioterapista specializzato, una forma di ginnastica, per distendere la muscolatura. La stessa può essere poi riprodotta a casa propria con una serie di oggetti quali:
Palle di Kegel: il pavimento pelvico, viene allenato tramite una serie di contrazioni e rilasci della muscolatura. Gli esercizi possono essere praticati in autonomia o con l’utilizzo di dispositivi. In particolare delle sfere, comunemente chiamate “palle di Kegel”, dal nome del ginecologo loro inventore. Le sfere si presentano di diversa forma e peso, vanno inserite in vagina, e permettono una contrazione automatica del perineo.
Sul sito ne trovate di ogni tipo, colore e dimensione, voglio però parlarvi del set Candy Ben Wa Kegel, controllabile dallo smartphone, tramite app. All’interno troverete una palla di Kegel di 33 cm di diametro, in silicone medicale, materiale morbido e ottimale per ridurre il dolore. Nella confezione vi è poi una base, in cui inserire la palla per poterla ricaricare e nella quale igienizzarla. La base presenta infatti un dispositivo a raggi ultravioletti che funge da sterilizzatore. L’app, scaricabile dal vostro smartphone, propone differenti esercizi della durata massima di 15 minuti. Ogni attività è volta a risvegliare la muscolatura, estendere i benefici anche alle gambe ed infine mantenere i risultati raggiunti.
Coni vaginali: il principio è lo stesso spiegato prima, nel set del cono vaginale per allenare il pavimento pelvico troverete un cono in silicone, nel quale inserire una tra le tre palline presenti. L’utilizzo è consigliato insieme a lubrificanti a base acquosa, ne trovate diversi sul sito e tra i miei consigli.
L’utilizzo di questi dispositivi non è solo per le donne affette da vulvodinia, ma anche per chi necessita di recupero post- parto, vuole risolvere problemi di perdite urinarie o riscontra problemi di anorgasmia legata a contrattura del pavimento pelvico.
I vibratori sono adatti alla terapia per contrastare i dolori arrecati dalla vulvodinia e dall’ipertono pelvico, infatti permettono di raggiungere i punti più profondi. Gli esperti suggeriscono vibratori in silicone medicale, dalla forma a goccia, piegabili, di diametro variabile tra il 2,5 e 3 cm.
Il vibratore che vi propongo è il vibratore riscaldante Anya, raggiungendo la temperatura di 38 gradi, allevia il dolore. Le modalità di vibrazione sono ben 5, adatte ad ogni esigenza, caricandolo per un’ora ne garantisce 3 di autonomia, ed è totalmente impermeabile.
Soffrire di vulvodinia, come abbiamo detto in precedenza, vuol dire che i nervi delle zone della vulva percepiscono continuamente dolore e sono molto sensibili. Per questo sono banditi pantaloni troppo attillati, biancheria in pizzo o con le cuciture esposte. Il tessuto più consigliato è il cotone e il modello quello “taglio laser”, ossia senza cuciture.
In inverno, dunque, sembra impossibile poter indossare un vestito, o una gonna, poiché i collant, attillati e dalle cuciture esposte non sono certo vulvodinia friendly. In realtà grazie a sheer crotchless pantyhose, non sarà più un problema! Eleganti collant in nylon, apparentemente identici a qualsiasi altro tipo di collant neri, hanno la peculiarità di avere il cavallo aperto. Questa caratteristica impedisce dunque il contatto tra la vulva e le cuciture, risolvendo la possibilità di sviluppare dolore da contatto.
Quest’oggi la vostra Marghe ha voluto informarsi e informarvi su una tematica molto sensibile, affinché non rimanga soffocato il grido di dolore che si sta alzando.
Per tutte le donne e ragazze che decidono di regalare la propria intimità, la propria esperienza personale alla scienza, e a chiunque perché non ci si senta più sole nel proprio dolore.
Questi sono solo alcuni consigli, affinché quello che è il nostro motto e la nostra missione non rimangano vani, il sesso è bello, nessun argomento proprio perché esiste, deve rimanere un taboo e il piacere è vario, ma soprattutto PER TUTT*.